HomeInnovazioneSostenibilitàEconomia circolare “beyond recycling”:...

Economia circolare “beyond recycling”: dal modello lineare a quello rigenerativo

Eco-design, simbiosi industriale, servizi “product-as-a-service” e riciclo avanzato: cosa significano, come si applicano e perché contano per le PMI

Passare dal “prendere-produrre-smaltire” a un sistema che progetta per durare, riusare e rigenerare non è solo un dovere ambientale: è una strategia industriale che riduce costi, rischi e dipendenze da materie prime. Con l’economia circolare beyond recycling mettiamo al centro la prevenzione degli sprechi (eco-design), la condivisione di risorse tra imprese (simbiosi industriale), modelli di servizio al posto della vendita del bene (product-as-a-service) e tecnologie di riciclo avanzato per rientrare nei cicli produttivi. Nel quadro europeo, ogni investimento deve rispettare il principio Do No Significant Harm (DNSH): non arrecare danni significativi all’ambiente lungo l’intero ciclo di vita del progetto (Guida tecnica della Commissione europea).

Indice

1. Dall’idea al sistema: come funziona un’economia circolare

In un modello circolare, il valore dei materiali viene mantenuto il più a lungo possibile.
Si agisce in quattro mosse:
(1) progettare prodotti e imballaggi per la durata e la riparabilità;
(2) organizzare riuso, riparazione e remanufacturing;
(3) condividere risorse tra imprese (energia, acqua, calore, sottoprodotti);
(4) chiudere i cicli con riciclo di qualità. Il risultato è doppio: meno rifiuti e meno energia necessaria, con vantaggi economici misurabili per chi produce e per chi acquista.

2. Eco-design: progettare per durare, riparare, riutilizzare

L’eco-design in pratica significa componenti modulari, materiali riciclabili, ricambi standard, manuali di smontaggio, e passaporti digitali per sapere cosa c’è dentro un prodotto. Esempi semplici e replicabili per PMI: arredi con viti standard e pannelli sostituibili; macchine con moduli aggiornabili anziché interi ricambi; imballaggi monomateriale che facilitano la raccolta differenziata e riducono costi di fine vita.

Benefici immediati: meno fermi macchina, meno scarti di produzione, più margine dai servizi post-vendita (riparazione, upgrade).

3. Simbiosi industriale: quando lo scarto diventa risorsa

La simbiosi industriale è un accordo territoriale in cui lo scarto di un’impresa (calore, acqua, CO₂, residui) diventa materia prima per un’altra. Il caso europeo più noto è Kalundborg (Danimarca): da decenni aziende e utility si scambiano calore, acqua e sottoprodotti, con risparmi energetici e riduzione di emissioni. In Sardegna, consorzi e aree produttive possono replicare il modello su scala locale: ad esempio recuperando calore da processi energivori per essiccazioni o teleriscaldamento leggero, o valorizzando sottoprodotti agro-industriali.

Come iniziare (PMI):

  • Mappare flussi in uscita (calore, acqua, residui) e fabbisogni delle aziende vicine.
  • Usare contratti semplici di fornitura di utilità di prossimità (es. calore a bassa temperatura) con misura e verifica.
  • Valutare incentivi per piping, scambiatori e sistemi di monitoraggio energetico.

4. Product-as-a-Service: valore d’uso al posto del possesso

Nel modello product-as-a-service il cliente paga per l’uso (es. “luce”, “chilometri”, “ore di funzionamento”), mentre il fornitore resta proprietario del bene e si occupa di manutenzione, upgrade e fine vita. In Europa è noto il caso del Light-as-a-Service: invece di comprare lampade, si compra illuminazione; il fornitore progetta per durare e per essere riparabile, perché i costi di gestione gravano su di lui. Nei trasporti, modelli simili (pneumatici o mezzi come servizio) legano il corrispettivo a prestazioni misurate (consumi, chilometraggio, uptime), con più efficienza e meno rifiuti prematuri.

Benefici per le PMI clienti: meno capitale immobilizzato, tecnologie sempre aggiornate, riduzione consumi energetici grazie a manutenzione proattiva.

5. Riciclo avanzato: qualità dei materiali e chiusura dei cicli

Oltre al riciclo “meccanico” tradizionale, avanzano soluzioni per separare materiali complessi (chimico, enzimatico, solvolisi) e per tracciare i flussi in modo affidabile (passaporti digitali, marcatori). L’obiettivo non è “riciclare di più”, ma meglio: ottenere materia seconda di qualità stabile, ridurre la perdita di valore e accorciare le filiere di approvvigionamento.

Buone pratiche operative:

  • Progettare per disassemblaggio (pochi materiali, giunzioni reversibili).
  • Stipulare accordi di ritiro/resa a fine vita con riciclatori qualificati.
  • Misurare resa e qualità della materia seconda (es. % purezza, MFI per plastiche).

6. Strumenti FESR per le PMI: transizione verde, filiere corte, energia

Nel Programma Regionale FESR 2021–2027 la sostenibilità è asse trasversale: gli interventi per le PMI possono sostenere investimenti in efficienza energetica e processi circolari (eco-design, riuso/repair, simbiosi, riciclo di qualità), nonché la creazione di filiere corte e mercati di prossimità. In coerenza con DNSH, i progetti devono dimostrare:

  • riduzione misurabile di rifiuti e scarti (kg/pezzo o % sul baseline);
  • minori consumi energetici e/o carbon intensity (kWh/pezzo; tCO₂e/anno);
  • assenza di effetti avversi su acqua, biodiversità, inquinamento e uso del suolo;
  • governance responsabile: tracciabilità dei materiali, report ambientali, parità di genere nei team.

7. KPI semplici per misurare i progressi (DNSH-ready)

Risorse e rifiuti

  • Material circularity indicator (MCI) del prodotto
  • % componenti riutilizzati/rigenerati
  • % scarti avviati a up-cycling (vs down-cycling)

Energia e clima

  • kWh per unità prodotta (-% vs baseline)
  • tCO₂e evitate/anno (Scope 1–2; stima Scope 3 se rilevante)
  • quota energia rinnovabile (%)

Economia e occupazione

  • Payback e ROI degli interventi circolari
  • ricavi da servizi (PaaS) su ricavi totali (%)
  • ore di formazione “verde” e ruoli STEM femminili coinvolti

Conclusione

“Beyond recycling” significa ripensare alla radice come progettiamo, collaboriamo e misuriamo il valore. Per le PMI è un percorso realistico: partire dall’eco-design, attivare scambi locali di calore e materiali, provare contratti di servizio e garantire un riciclo di qualità.
Con il supporto degli strumenti FESR e nel rispetto del principio europeo Do No Significant Harm, la circolarità diventa una leva competitiva che riduce rischi e consumi, accorcia le filiere e rafforza la resilienza ai prezzi dell’energia.

↑ Torna su

Questi articoli e contenuti sono da considerarsi informativi e sperimentali, realizzati con il supporto dell’intelligenza artificiale.
Non sostituiscono i canali ufficiali: si invita a verificare sempre le fonti istituzionali della Regione Autonoma della Sardegna.

- Scopri di più sul Programma Sardegna FESR 2021-2027 -

spot_img

leggi anche

Normativa sui dati industriali – Data Act, contratti e sovranità

Accesso equo ai dati, condivisione tra imprese e switching cloud: cosa...

AI generativa responsabile per imprese e PA

Scopri come l'AI generativa responsabile possa ottimizzare lavoro e governance nelle imprese e nelle pubbliche amministrazioni, migliorando documentazione, gestione della conoscenza e assistenza utenti.

Aerospazio: piccoli satelliti e dati EO per l’agricoltura e le coste

L’Osservazione della Terra (EO) e i piccoli satelliti stanno rivoluzionando la gestione del territorio in Sardegna. Dati satellitari e modelli digitali permettono di monitorare colture, coste e incendi con precisione, riducendo tempi e costi. Distretti, università e PMI sarde collaborano per trasformare l’aerospazio in una risorsa strategica per agricoltura, ambiente e decisioni pubbliche data-driven.

Data spaces regionali – standard e casi pilota

Scopri come i data spaces regionali, ispirati a modelli europei, favoriscono scambi sicuri tra PA, imprese e ricerca per servizi strategici in vari settori.

- prossimo articolo -