Quando università, imprese, PA e società civile co-progettano: missioni territoriali, living labs e risultati misurabili
La quadrupla elica è il modello che mette a sistema conoscenza scientifica, capacità imprenditoriale, regole pubbliche e bisogni sociali. Funziona quando governa obiettivi condivisi (missioni), strumenti concreti (laboratori aperti, appalti per l’innovazione, challenge) e una valutazione continua degli impatti. È l’ossatura delle strategie di specializzazione intelligente europee e un riferimento diretto per la Priorità P1.
Indice
- 1. Ruoli e responsabilità: chi fa cosa
- 2. Strumenti: living labs, open calls, appalti innovativi
- 3. Casi e ispirazioni europee
- 4. Misurare collaborazione e impatti
- 5. Inclusione e parità di genere
- Conclusione
1. Ruoli e responsabilità: chi fa cosa
Università/centri di ricerca
Producono conoscenza e formano competenze; custodiscono infrastrutture scientifiche e metodi di validazione indipendente.
Imprese
Trasformano ricerca in prodotti/servizi; guidano la scalabilità e l’accesso ai mercati.
PA
Definisce missioni, regole e incentivi; crea domanda di innovazione tramite procurement e regolazione abilitante.
Società civile
Porta bisogni reali, usa/valuta i servizi, co-progetta soluzioni inclusive.
2. Strumenti: living labs, open calls, appalti innovativi
I living labs sono ambienti di test in situazione reale: cittadini e imprese sperimentano insieme servizi e prodotti. Le open calls premiano soluzioni a problemi pubblici; gli appalti pre-commerciali riducono il rischio tecnologico con fasi progressive di selezione e test. La PA può facilitare challenge territoriali in cui università e imprese co-sviluppano prototipi con rilasci veloci e valutazioni aperte.
3. Casi e ispirazioni europee
In Europa esistono reti mature come la European Network of Living Labs (ENoLL) e numerosi esempi di co-sviluppo di servizi urbani (mobilità, energia, welfare digitale). Il valore sta nel metodo: co-progettazione, sperimentazione controllata, metriche di outcome e diffusione delle lezioni apprese.
4. Misurare collaborazione e impatti
- Numero di prototipi validati e trasferiti in esercizio.
- Tempo medio da idea a test sul campo; numero di imprese coinvolte (PMI).
- Impatti sociali/ambientali: tCO₂e evitate, accessibilità, soddisfazione utenti.
5. Inclusione e parità di genere
La quadrupla elica è efficace quando include diversità di competenze e di prospettive. Coinvolgere profili femminili STEM, associazioni e comunità locali evita bias di progettazione e favorisce adozione e qualità dei servizi.
Conclusione
L’innovazione collaborativa non nasce da un atto formale ma da pratiche condivise: obiettivi chiari, luoghi di sperimentazione aperti, contratti che premiano risultati e un ciclo di apprendimento pubblico. In questa cornice, P1 diventa la piattaforma dove Sardegna può connettere università, imprese, PA e cittadini in progetti con impatto reale.
Riferimenti: ENoLL · Smart Specialisation Platform
